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Mi son fatto persuaso che questo libro derivi dal trauma di un lutto personale, di una perdita affettiva; ma della perdita e del lutto ci si fa virtù, producendo un testo che ci descrive con rigore scientifico ineccepibile, benché necessariamente approssimato, il destino della Terra dopo la scomparsa del suo figlio più geniale e deleterio: l’Uomo.

Che cosa accadrebbe dopo 48 ore dalla scomparsa dell’uomo? E dopo una settimana? E dopo milioni di anni? Che ne sarebbe della nostra casa, della nostra città, delle montagne, dei mari, degli animali e delle piante, dell’atmosfera se l’Homo sapiens sparisse improvvisamente, come per magia? E soprattutto: riuscirebbe il pianeta a riprendersi dallo scempio che ne stiamo facendo?

Queste domande sono un modo come un altro per chiedersi che cosa stiamo facendo alla casa dell’umanità, cioè al pianeta Terra; e ciò che stiamo facendo riguarda svariati àmbiti: l’inquinamento da fertilizzanti e pesticidi, le microplastiche che ammorbano gli oceani, le sostanze tossiche delle armi chimiche, le scorie nucleari, l’estinzione di centinaia di specie per la feroce caccia che dà loro l’uomo o per la distruzione del loro habitat, la fine delle opere d’arte, e via dicendo.

Tutto questo viene descritto e profetizzato in uno stile attento, acuto, spumeggiante, ironico, impeccabile. È quasi un piacere leggere come, a pochi secoli dalla scomparsa dei suoi abitanti, New York e le sue metropolitane sprofonderebbero nei fiumi e torrenti tombinati su cui la città è stata costruita ed esemplata non tanto tempo fa; irresistibili sono le descrizioni di universi civilizzati che ritornano foreste impenetrabili di megaflora oppure di mari così pieni nuovamente di squali che l’uomo non oserebbe neanche metterci un piede dentro.

È un libro che tutti dovremmo leggere, perchè è il romanzo di ciò che diventerebbe la Terra senza di noi; o forse, semplicemente, il racconto del futuro del nostro Pianeta.