Bisonti in posizione fetale. Sembra un foglio di studi di Leonardo e invece è una caverna preistorica. Il muso del cinghiale ci guarda dalla roccia con un 3/4 prospettico di sconvolgente perizia.
Il GENIO esiste. Fascinoso e inspiegabile, rarissimo, ma c’è.
È diverso dal talento, che è solo simile all’abilità. Il genio invece cambia le carte in tavola, inventa un nuovo gioco, sposta i binari della Storia. Alessandro Magno, Ottaviano Augusto, Gesù Cristo, Dante, Shakespeare, El Greco, Mozart, Napoleone, Van Gogh, Einstein, Freud, Joyce. E niente è come prima. Alcuni geni sono sconosciuti, come gli inventori dei miti greci o indù; altri non si capisce se siano davvero dei geni (ancora Joyce). Ognuno ha la propria lista, il che la dice lunga sul mistero del genio, che a volte viene persino gettato tra le spine, come il seme della parabola biblica.
Il genio è il valore radicalmente inedito e per-sempre-nuovo, è l’inesauribile, il senza-paragoni. Ecco perchè, come diceva Ennio Flaiano, “la cosa peggiore che possa capitare a un genio è di essere capito”.
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