Seleziona una pagina

Questa statuetta ci introduce ad un concetto artistico che avrà molto successo millenni dopo: l’ASTRAZIONE. Non si tratta esattamente di Kandinskij ma proprio il primo teorico dell’astrattismo, Wilhelm Worringer, nel suo saggio Astrazione ed empatia (1907) individua nell’astrazione una tendenza alla spiritualità non materiale che accomuna l’arte preistorica, orientale e nordica (gotico).

Qui vediamo una Madre con due enormi seni cadenti che si confondono sul ventre e due gambe che si richiudono come uno schiaccianoci. Il risultato è un assurdo ottaedro, un cristallo di fluorite, che però mantiene una sua opulenta sensualità.

Più che di astrazione dovremmo parlare di stilizzazione ma il “movimento” formale è lo stesso: andare verso un significato non puramente fisico, in questo caso il mistero della vita. È dalla valenza religiosa della maternità che discendono il matriarcato delle origini e un’idea della donna consacrata dalla capacità di generare.

Spesso nei primitivi l’astrazione si lega al rito e alla magia. Fu il loro modo di distillare l’essenza della Natura, la sostanza delle cose, il gioco delle Forze. Occorreva capire chi e cosa muovesse il mondo per venerarne la potenza al di là delle apparenze.