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Da Samarra spostiamoci al confine tra Siria e Turchia, vicino alla futura Ninive. Da queste parti negli stessi anni di Samarra si sviluppò la cultura di Halaf. Molto più a sud i Sumeri cominciavano a fondare le loro prime città.

Per produrre manufatti come questo splendido piatto bisogna saper selezionare le argille, tornirle con precisione, conoscere i pigmenti colorati, padroneggiare i motivi decorativi, costruire forni ad alta temperatura e saperli usare. Servono insomma artigiani specializzati e attrezzature specifiche. Una civiltà di contadini sparsi per le campagne o addirittura di nomadi in giro per steppe e deserti è incompatibile con prodotti simili.

Una stoviglia come questa implica una CITTA’.

L’archeologo Gordon Childe la chiamò “rivoluzione urbana”. In Mesopotamia culminò nel IV millennio aC e presuppose insediamenti stabili, costruzione di templi, specializzazione dei lavori e loro coordinazione. Sfruttare L’Eufrate o il Nilo o l’Indo in Pakistan non è cosa da scappati di casa, implica una società complessa, un potere centrale e una religione alleata con esso. Implica una città dove tutto questo abbia “luogo” e si incontri.

M. PROUST, Dalla parte di Swann, cap. 1: “E tutto questo che sta prendendo forma e solidità è uscito, città e giardini, dalla mia tazza di tè”. Oppure da un piatto di argilla.