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Ottomila anni fa il Sahara non era proprio il paradiso ma sicuramente meglio del deserto che è adesso: era una savana, tipo parco Serengeti. Nella savana c’erano già i Tuareg.

Nella foto che vi propongo l’archeologo francese Henri Lhote restituisce fedelmente ad acquerello una delle incisioni rupestri dei monti Tassili in Algeria. Sulla destra campeggia, alta più di tre metri, una gigantesca figura bianca, dotata di corna taurine e un vistoso fallo. A me piace chiamarlo il Grande sciamano ma chissà cos’era. La potenza del tratto è esaltata dalle corna, dalle braccia alzate e dall’incedere oscillante e minaccioso della figura, alla quale l’assenza di un volto aggiunge ultraterreno e magnetismo. Sulle braccia indossa braccialetti ancora oggi in uso presso i Tuareg.

Accanto a lui ci sono delle donne. Guardandole capiamo perchè affreschi come questi siano stati chiamati “teste rotonde” e abbiano ispirato fantasie extraterrestri. In realtà l’unica cosa “marziana” di queste pitture è l’originalità dell’artista preistorico.

Il genio colpisce ancora.