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Non voglio apparentare le due opere, che però hanno in comune la danza mediterranea in cerchio. Lo stesso Matisse dichiara di essersi ispirato al blu del cielo mediterraneo e al verde scuro dei pini marittimi. In entrambe le pitture è evidente l’atmosfera orgiastica e dionisiaca delle danze collettive.

È un sapore che dal Paleolitico arriva dritto alle ruote dei dervisci, al carnevale di Rio (molto più mediterraneo di quello che sembra), al Bolero di Ravel, alle danze estatiche degli Ebrei chassidim, alle ronde della taranta salentina e perchè no alle discoteche romagnole.

La DANZA è una delle cose che ci mettono in contatto con la parte più istintiva e fisica. Paradossalmente, ma neanche tanto, è il corpo a spalancare le porte di ciò che corporeo non è (l’estasi, la trance, l’inconscio) perchè è forse il corpo la parte più spirituale che abbiamo. Senz’altro è quella meno soggetta alle scelte e razionalizzazioni della Coscienza.